Cosa cambia dopo la legge 80/2005, nota come legge sulla competitività, riguardo al nulla osta rilasciato dagli enti parco?

Vorrei sapere se si applica la legge 689/81 alle sanzioni amministrative previste dall'art. 167 del D.Lgs., laddove lo stesso articolo prevede alternativamente il ripristino dello stato dei luoghi o il pagamento di una somma di denaro... in caso di risposta negativa si applica la "scarna procedura" indicata dal medesimo art. 167 tenendo fermi i principi generali dettati dalla l. 241/90?

Domanda 1: Quali strumenti sanzionatori ho io in mano, agente del Corpo Forestale per intervenire nei confronti di chi ha realizzato una struttura all'interno di un pSIC senza la prevista Valutazione di Incidenza e senza quindi la conseguente autorizzazione da parte dei competenti uffici regionali? Esistono sentenze definitive che permettano l'applicazione del 734 o cos'altro? Domanda 2: Nel caso di interventi in aree SIC o ZPS per i quali siano stati rilasciati tutti i provvedimenti autorizzativi necessari (dall'autorizzazione paesaggistica a quella idrogeologica, etc.) ma eseguiti senza alcuna preventiva valutazione di incidenza quali sanzioni sono applicabili? Indipendentemente dalla presenza di un effettivo danno ambientale la sola mancanza della valutazione di incidenza è sanzionabile in qualche modo? In caso affermativo oltre al trasgressore quali responsabilità possono essere configurate a carico ad esempio del comune che ha rilasciato l'autorizzazione paesaggistica o la C.E.? Le aree SIC o ZPS cui ci si riferisce non sono dotate di alcune strumento regolamentare o piano di gestione di dettaglio.

E' stata presentata istanza di condono edilizio ai sensi della Legge n. 326/03( avendo l'interessato pagato le sanzioni previste della legge), relativa ad interventi ricadenti in aree tutelate ope legis art. 142 del D.Lgs. n. 42/04, è possibile il rilascio del nulla-osta ambientale? Se si, a quali condizioni? Si ritiene, a seguito dell'interpretazione data alla L. 326/03 dalla Corte di Cassazione che la richiesta di condono per un intervento abusivo in area sottoposta a vincoli di tutela per essere accoglibile dal Comune‚ intervento deve rispondere alle tipologie previste dal comma 26 dell'art. 32 della L. 326/03 che per le opere realizzate in aree vincolate limita l'applicabilità del condono edilizio esclusivamente alle tipologie di illecito 4 - 5 e 6 di cui all'allegato 1, a prescindere dalla conformità o meno alle norme di tutela.

E' stata presentata istanza di condono edilizio ai sensi della Legge n. 326/03( avendo l'interessato pagato le sanzioni previste della legge), relativa ad interventi ricadenti in aree tutelate ope legis art. 142 del D.Lgs. n. 42/04, è possibile il rilascio del nulla-osta ambientale? Se si, a quali condizioni?

Gradirei conoscere quali sono i criteri da valutare per determinare se un'opera deve essere considerata di difficile o di facile rimozione. Se tale concetto è correlato alla caratteristica di precarietà dell'opera stessa e se questi due aspetti possono essere valutati in maniera diversa a seconda se le opere insistono su proprietà privata oppure su aree demaniali marittime.

Secondo il DPR 12/4/1996 sulla Valutazione di Impatto Ambientale, sono assoggettati alla procedura tutti i progetti dell'allegato B che ricadono anche parzialmente in aree naturali protette. Per questi progetti le soglie dimensionali sono ridotte del 50%. La lettera h) dell'allegato B riguarda costruzioni di strade in area urbana a quattro o più corsie con lunghezza superiore a 1.500 metri. Visto che i progetti da realizzare all'interno di aree protette hanno le soglie dimensionali ridotte del 50%, una strada di 1 Km a due corsie all'interno di un'area protetta è sottoposta a VIA?

Quale rapporto intercorre tra il regime sanzionatorio del Codice Urbani (così come modificato dalla L. 308/2004) per assenza/difformità dall'autorizzazione paesaggistica nelle aree di parco regionale e le sanzioni per danno ambientale previste dalla Legge Regionale 86/83 (Regione Lombardia)?

Quali sono i limiti dell'attività agricola nelle aree protette? In particolare la L.394/91 (legge quadro sulle aree protette) all'art. 11, comma 3°, lett. a) vieta la cattura, l'uccisione, il danneggiamento, il disturbo delle specie animali e la raccolta e il danneggiamento delle specie vegetali, ad eccezione dei territori agro-silvo-pastorali. Ma allora, a maggior ragione, su tutti i fondi agricoli è possibile derogare alle normative europee di tutela delle specie animali e vegetali (Direttive 79/409 e 92/43)?

In caso in cui un incendio boschivo colposo sia stato causato dagli abbruciamenti di materiale vegetale fatti nei modi e nei tempi non consentiti dalle normative vigenti esiste connessione tra la sanzione amministrativa ed il reato penale? In altre parole la sanzione per l'accensione fuoco ed il successivo danneggiamento del bosco deve essere inviata al giudice penale competente a conoscere il reato o deve seguire il normale iter ed essere inviata all'Ente amministrativo.