Coordinamento di Area: Dott.ssa Valentina Vattani
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Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 29 agosto 2016, n. 35588 |
Esclusione delle materie fecali dalla disciplina sui rifiuti |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 26 agosto 2016, n. 35507 |
In materia di rifiuti, la contravvenzione di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni è reato formale di pericolo. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 26 agosto 2016, n. 35494 |
Il deposito sul o nel suolo costituisce una forma di smaltimento e dunque di gestione dei rifiuti. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 16 giugno 2016, n. 25028 |
Fondamento del caso fortuito e della forza maggiore sono la eccezionalità del fattore estrinseco e la imprevedibilità dello stesso, e tali caratteri non sono ravvisabili nel verificarsi di temporali o di piogge. Per cui il titolare di una attività imprenditoriale, che si svolga in aperta campagna e richieda il trasporto di scarti di produzione (quali le sanse da molitura), deve adottare le cautele e gli accorgimenti necessari. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 10 giugno 2016, n. 24361 |
La pratica della fertirrigazione presuppone l'effettiva utilizzazione agronomica delle sostanze, con la conseguenza che, in difetto, essa resta sottoposta alla disciplina generale sui rifiuti. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 9 giugno 2016, n. 23908 |
Anche prima della nuova disposizione posta dall'art. 30 della legge n. 221/2015 chi esercitava l'attività di raccolta e trasporto di metalli e rame in forma ambulante - senza essere abilitato al commercio ex D.Lgs. n. 114/98 - era tenuto ad osservare gli adempimenti prescritti dalla disciplina sui rifiuti. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 16 maggio 2016, n. 20154 |
Il reato di smaltimento di rifiuti non autorizzato in relazione al compost che non rispetta le prescrizioni di legge. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 16 maggio 2016, n. 20152 |
La deroga al regime autorizzatorio ordinario per gli impianti mobili pone a carico di chi la invoca l'onere di dimostrare la sussistenza dei presupposti di legge per la sua operatività. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 10 maggio 2016, n. 19369 |
La fattispecie ex art. 256, comma 1, D.Lgs. n. 152/06 integra un reato comune, in quanto può essere commesso da "chiunque", sicché non occorrono i requisiti della professionalità della condotta ovvero di un'organizzazione imprenditoriale della stessa. |
Corte di Cassazione Penale, Sezione III, sentenza del 6 aprile 2016, n. 13734 |
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