• Brevi accenni di inquadramento generale alla nozione di rifiuto e sottoprodotto
• Prassi e regole a confronto
• Non parliamo più di "terre e rocce da scavo" ma di "materiali da scavo"
• I casi di esclusione dei materiali da scavo dalla normativa sui rifiuti: le distinte ipotesi disciplinate dal D.M. 161/2012 e dall'art. 41bis del D.L. n. 69/2013
• Ambito di applicazione del D.M. 161/2012
• I "materiali da scavo" ed i "materiali di riporto di origine antropica" nel nuovo regolamento sulle terre e rocce da scavo
• La distinta fattispecie del "riutilizzo in situ" di cui all'art. 185, comma 1, lett. c) D.Lgs. n. 152/2006: due fattispecie distinte
• Il sottoprodotto e la nozione di "normale pratica industriale" per i materiali da scavo
• Analisi della documentazione: il Piano di Utilizzo, il Documento di Trasporto e la Dichiarazione di avvenuto utilizzo (DAU)
• I casi che fanno cessare la qualifica di "sottoprodotto" ai materiali da scavo tra prassi applicative e regole di legge
• La gestione dei materiali da scavo prodotti da opere non soggette a VIA ed AIA
• Condizioni e regole poste dall'art. 41bis del D.L. n. 69/2013
• I "materiali di riporto" disciplinati dall'art. 41 del D.L. n. 69/2013
1. Lo schema generale della disciplina normativa delineata dal D.Lgs. n. 152/2006
2. Il confine tracciato dal D.Lgs. n. 152/06 revisionato tra "acque di scarico" e "rifiuti liquidi": aspetto preliminare di estrema rilevanza in sede applicativa
• Lo "scarico" come deroga alla disciplina generale dei "rifiuti liquidi",
• Un riassunto schematico del confine tra le due discipline con un percorso ragionato tra vecchi e nuovi termini regolamentativi
• I punti schematici del confine tra "rifiuti liquidi" ed "acque di scarico"
• La differenza tra uno "scarico" illecito non autorizzato ed uno smaltimento di rifiuti liquidi illecito mascherato
3. Il concetto di "scarico": base essenziale per la lettura della norma
• La nozione formale di "scarico": aspetto preliminare di rilevanza primario per l'applicazione di tutto l' impianto normativo
• Lo "scarico" come sottospecie dei "rifiuti liquidi" previsti nella parte quarta del D.Lgs. 152/06
• Gli elementi essenziali nel concetto di "scarico": la "immissione diretta" ancora punto essenziale caratterizzante
• Le "vasche" e cisterne aziendali: non si tratta di "scarichi"
• Il "deposito temporaneo" dei liquami in vasca solo nel luogo di "produzione"
• I "laghetti aziendali"
4. Le tipologie di scarico
• Le tipologie specifiche delle acque di scarico
• Le acque meteoriche e di dilavamento: disciplina giuridica ed elaborazioni giurisprudenziali
• Le acque reflue "assimilabili" alle domestiche: concetto e criteri di individuazione formali e pratici
5. Il depuratore di acque reflue - La differenza con l'impianto di "trattamento" dei rifiuti liquidi
• Le "acque reflue" ed i "rifiuti liquidi": differenza nella disciplina e nella terminologia degli impianti tecnici
• Lo schematismo di differenza tra gli impianto destinati a "trattare" e "depurare" i liquami
• La configurazione giuridico/formale del depuratore
• Il depuratore pubblico e privato, consortile, in proprio o conto terzi, l'impianto bifasico per acque reflue e rifiuti liquidi: varie ipotesi tecniche con conseguenti diversificate discipline giuridiche al confine tra il decreto acque e il decreto rifiuti
• Le responsabilità soggettive in relazione alle disfunzioni operative del depuratore
6. Il depuratore pubblico
• La depurazione pubblica nel contesto della parte terza del D.Lgs. n. 152/06
• La deroga espressa per il trattamento dei "rifiuti liquidi costituiti da acque reflue"
• La deroga automatica per il trattamento dei "rifiuti liquidi costituiti da acque reflue"
• Il concetto di "rifiuti costituiti da acque reflue che rispettino i valori limite stabiliti per lo scarico in fognatura" (liquami aziendali)
• I rifiuti liquidi che provengono dalla case private
7. Il sistema sanzionatorio della parte terza del D.Lgs. n. 152/06 e i reati "satelliti": gli articoli 635/II comma n. 3 e 674 del codice penale - La normativa sui vincoli paesaggistico-ambientali
• Rassegna delle sanzioni della parte terza del decreto 152/06
• La giurisprudenza della Cassazione crea i "reati satellite"
• Il reato di danneggiamento delle acque pubbliche
• Il sistema probatorio per il reato di danneggiamento
• Il campo di applicazione del reato di danneggiamento - La eventuale connessa violazione del vincolo paesaggistico
• Un esempio pratico di danneggiamento acque con dolo eventuale
• Un caso di applicazione della normativa sui vincoli in materia di inquinamento idrico
• Un confronto schematico tra i reati previsti dalla parte terza del D.Lgs. n. 152/06 ed i "reati satelliti"
• L'avvelenamento doloso e colposo di acque destinate all'alimentazione
A TUTTI I PARTECIPANTI VIENE RILASCIATO ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
FIRMATO DAI RELATORI