DUE GIORNATE DI SEMINARIO TORINO 3 e 4 OTTOBRE 2013
Relatori: Dott. Maurizio Santoloci - Avv. Valentina Stefutti -Dott.ssa Valentina Vattani


PROGRAMMA


PRIMA GIORNATA (3 ottobre)


TECNICA DI POLIZIA GIUDIZIARIA AMBIENTALE
Procedure e controlli in materia di rifiuti ed acque anche alla luce delle nuove responsabilità delle persone giuridiche e dei nuovi reati ambientali previsti dal D.Lgs n. 121/2011

Docente: Dott. Maurizio Santoloci (magistrato)

(Il presente programma è di proprietà intellettuale di "Diritto all'ambiente - Corsi & Formazione"
e non può essere riprodotto o utilizzato senza l'autorizzazione dei relatori)

  1. La competenza della polizia giudiziaria in relazione ai reati ambientali tra prassi, regole ed equivoci interpretativi
    • Gli organi di polizia specializzati e gli organi non specializzati: competenze e rapporti operativi
    • Gli organi di polizia statali e locali: competenze e rapporti operativi
    • Gli ausiliari di PG per integrazione su aspetti tecnici e specifici
    * I prelievi: possibili potenzialmente ad opera di tutti gli organi di PG
    • Le funzioni di PG per gli organi amministrativi di controllo (in particolare ARPA e tecnici della Provincia): fonti, doveri operativi, limiti di competenza e rapporti con gli organi di PG statali e locali

  2. Gli illeciti penali: concetti generali; la rilevanza primaria dell’elemento soggettivo del reato nella fase delle indagini di P.G. - Il dolo e la colpa nel regime di responsabilità aziendale – L’importanza del dolo eventuale nei reati ambientali ed a danno degli animali
    • Delitti e contravvenzioni: differenze strutturali e conseguenze sulla procedura ed operatività della polizia giudiziaria
    • Gli elementi costitutivi del reato: oggettivi e soggettivi
    • Approfondimento sull’elemento oggettivo in sede di accertamento di PG
    • Particolare sviluppo ed approfondimento sull’elemento soggettivo, spesso trascurato dalla PG
    • Il dolo e la colpa: elementi essenziali in sede di indagine che devono essere documentati e sviluppati in successiva comunicazione di notizia di reato
    • Le conseguenze procedurali e dibattimentali per un accertamento privo di elemento soggettivo
    • Il dolo eventuale: concetto particolarmente importante nei reati di inquinamento, incendio boschivo, disastro ambientale
    • Esempio manualistico: la errata prassi comune per i prelievi in materia di inquinamento idrico con presunta “responsabilità oggettiva” del titolare dello scarico anche alla luce delle regole dettate dal D.lgs n. 152 del 3 aprile 2006 revisionato con il D.lgs n. 4 del 16 gennaio 2008

  3. Gli ausiliari di polizia giudiziaria
    • Le “persone idonee” previste in ausilio degli operatori di PG (comunemente indicati come “ausiliari di PG”)
    • L’estrema utilità degli “ausiliari di PG” nel campo dei reati ambientali
    • Chi sono i possibili soggetti destinatari della nomina
    • Natura e conseguenze della nomina, tempi e modalità di attuazione, il verbale e la prassi connessa

  4. La comunicazione di notizia di reato alla magistratura
    La finalità specifica della comunicazione di notizia di reato al PM
    • Approfondimento della struttura compositiva della comunicazione: gli allegati “separati” non solo in senso materiale ma anche in senso giuridico; le conseguenze procedurali
    • La comunicazione di notizia di reato come atto che non potrà mai assolutamente essere inserita nel fascicolo del dibattimento; gli allegati come possibili atti irripetibili che possono essere inseriti nel fascicolo del giudice
    • La comunicazione di notizia di reato deve essere breve e sommaria o deve esporre in modo esaustivo e completo ogni aspetto del caso?

  5. L’operatività delle indagini di polizia giudiziaria in relazione al futuro epilogo dibattimentale – Gli atti irripetibili
    • Le fasi della operatività della P.G.
    • La redazione degli atti nell’immediatezza dei fatti: ipotesi di protocollo di intervento e redazione di atti
    • In sede di prime indagini si formano gli atti che giungeranno in dibattimento
    • Il rapporto tra PG e PM e la necessità per l’operatore di polizia di redigere atti validi ed utili per il PM in vista del futuro epilogo dibattimentale

  6. Approfondimento: i poteri degli organi addetti ai controlli delineati in modo specifico nel D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 revisionato con D.Lgs. n. 205/10  – L’ispezione amministrativa (con perquisizione formale conseguente ai sensi del C.P.P. in caso di ostacoli o dinieghi)
    • La differenza tra i controlli amministrativi preventivi ed i controlli a fini sanzionatori entro il contesto del D.lgs n. 152 del 3 aprile 2006 revisionato con il D.lgs n. 205/10
    • La verifica aziendale: alcuni punti di disciplina specifica
    • I poteri e le prassi per gli organi addetti ai controlli

  7. L’importanza del sequestro nel contesto dei reati previsti dal D.Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 revisionato con D.Lgs. n. 205/10 e negli altri reati ambientali - Sequestri preventivi e sequestri probatori: quali scegliere?
    • Il sequestro come atto che consente di impedire che il reato venga portato ad ulteriori conseguenze ed assicurare la fonte di prova del reato
    • I due tipi di sequestro previsti dal codice di procedura penale
    • Il sequestro come atto previsto nella sfera procedurale di iniziativa da parte della PG
    • Il verbale di sequestro: un importante atto “irripetibile” che è utilizzabile nel fascicolo del dibattimento

  8. I nuovi reati ambientali previsti dal D.Lgs n. 121/11: analisi ragionata sulla effettiva applicazione delle nuove fattispecie varate nel contesto del recepimento della direttiva europea sugli illeciti penali in materia di ambiente

  9. Le nuove responsabilità dell’azienda in materia ambientale: il titolare e la persona giuridica.

  10. La disciplina penale ed amministrativa nel nuovo regime di responsabilità delineata dal D.Lgs n. 205/10 ed i riflessi per la polizia giudiziaria durante i controlli

  11. La delega interna aziendale: quando si può “traslare” la responsabilità anche penale?

  12. Ingresso in azienda ordinario e coattivo: il confine tra ispezione e perquisizione aziendale

  13. Esame delle nuove regole dettate dall’art. 14 del decreto legge n. 5 del 9 febbraio 2012, (entrato in vigore il 10 febbraio) in materia di “semplificazione dei controlli sulle imprese” con particolare riferimento alla disciplina delle pubblicazioni della lista dei controlli e degli altri effetti derivanti dalla riduzione potenziale degli accertamenti in seguito all’ottenimento della certificazione da parte delle aziende
    • esame dell’Intesa 24 gennaio 2013 della Conferenza Unificata sulle linee guida in materia di controlli (G.U. 19 febbraio 2013, n. 42)

  14. Leggi di settore e “reati satelliti”. La giurisprudenza della Cassazione crea i “reati satellite”: il common law di fatto progressivamente dilagante nel nostro sistema giuridico in materia ambientale ed i riflessi attivi e passivi per la polizia giudiziaria
    • gli articoli 635/II comma n. 3 e 674 del codice penale – La normativa sui vincoli paeaggistico-ambientali
    • Il reato di danneggiamento delle acque pubbliche
    • Il sistema probatorio per il reato di danneggiamento
    • Il campo di applicazione del reato di danneggiamento – La eventuale connessa violazione del vincolo paesaggistico
    • Un esempio pratico di danneggiamento acque con dolo eventuale
    • Un caso di applicazione della normativa sui vincoli in materia di inquinamento idrico
    • Un confronto schematico tra i reati previsti  dalla normativa di settore ed i “reati satelliti”
    • L’avvelenamento doloso e colposo di acque destinate all’alimentazione
    • Il regime dei prelievi ed analisi per accertare questi “reati satelliti”
    • Il campionamenti eseguito nei corsi d’acqua inquinati e le modalità di verifica ed assicurazione delle fonti di prova

  15. La connessione tra reati in materia ambientale, salute pubblica e reati finanziari


SECONDA GIORNATA (4 ottobre)


LE TERRE E ROCCE SCAVO, I MATERIALI DA DEMOLIZIONE, LA BONIFICA DEI SITI INQUINATI TRA PRASSI DI FATTO E REGOLE GIURIDICHE
Un esame ragionato su tre temi di rilevante importanza nel campo ambientale per superare interpretazioni distorte e rivalutare le esatte discipline di settore

Docenti: Dott. Maurizio Santoloci (magistrato)
Avv. Valentina Stefutti (giurista ambientale, avvocato amministrativista e penalista )
Dott.ssa Valentina Vattani (giurista ambientale)


(il presente programma è di proprietà intellettuale riservata di
“Diritto all’ambiente – Corsi & Formazione” – copyright protetto anche in sede penale)

 

MATTINA

Il nuovo “Regolamento recante la disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo” D.M. 10 agosto 2012 n. 161 – Esame ragionato del testo vigente aggiornato con le modifiche apportate dal D.L. 21.6.13 n. 69 (c.d. “Decreto del fare”) dopo le modifiche apportate dalla legge di conversione 9 agosto 2013 n. 98

  • Brevi accenni di inquadramento generale alla nozione di rifiuto e sottoprodotto
  • Prassi e regole a confronto
  • Non parliamo più di "terre e rocce da scavo" ma di "materiali da scavo"
  • I casi di esclusione dei materiali da scavo dalla normativa sui rifiuti: le distinte ipotesi disciplinate dal D.M. 161/2012 e dall’art. 41bis del D.L. n. 69/2013
  • Ambito di applicazione del D.M. 161/2012
  • I "materiali da scavo" ed i “materiali di riporto di origine antropica” nel nuovo regolamento sulle terre e rocce da scavo
  • La distinta fattispecie del “riutilizzo in situ” di cui all’art. 185, comma 1, lett. c) D.Lgs. n. 152/2006: due fattispecie distinte
  • Il sottoprodotto e la nozione di “normale pratica industriale” per le terre e rocce da scavo
  • Analisi della documentazione: il Piano di Utilizzo, il Documento di Trasporto e la Dichiarazione di avvenuto utilizzo (DAU)
  • la figura dell’appaltatore e la figura dell’esecutore
  • Responsabilità e sanzioni
  • I casi che fanno cessare la qualifica di “sottoprodotto” ai materiali da scavo tra prassi applicative e regole di legge
  • La gestione dei materiali da scavo prodotti da opere non soggette a VIA ed AIA
  • Condizioni e regole poste dall’art. 41bis del D.L. n. 69/2013
  • I “materiali di riporto” disciplinati dall’art. 41 del D.L. n. 69/2013
  • Il caso dei “piccoli cantieri”

Attenzione a non confondere le terre e rocce da scavo con i “materiali che derivano da attività di demolizione e costruzione” – discipline a confronto

I rifiuti da demolizione

  • La qualificazione giuridica dei materiali edili da demolizione
  • Materiali da demolizione e terre e rocce da scavo mischiati secondo prassi comune
  • Chi è il produttore dei rifiuti da demolizione
  • Le regole per il trasporto dei materiali da demolizione
  • L’accertamento logico-induttivo nei cantieri edili

 

POMERIGGIO


La disciplina in materia di bonifiche dei siti inquinati

  • 1) La bonifica dei siti contaminati. La Parte IV del Titolo V del D.lgs. 3 aprile 2006 n.152 come modificato
    • a) Definizioni e campo di applicazione, focus sull’art.242 del Codice
    • b) Procedura operative e amministrative
    • c) Il sistema CSC – CSR e il sistema tabellare. Differenze. Presupposti per l’attivazione del procedimento di bonifica.
    • d) Le misure di messa in sicurezza. Focus sulle lett. m.) e t) del comma 1 dell’art.240, i presupposti per la loro attivazione
    • e) Acque di falda. Focus sull’art.243. Le modifiche introdotte dall’art.41 del DL 69/13
    • f) Ordinanze. Focus sull’art.244.
    • g) Accordi di programma
    • h) Siti di Interesse Nazionale. Focus sull’art.252. Le competenza del Ministero dell’Ambiente e i provvedimenti di declassificazione
    • i) Oneri reali e privilegi speciali, obblighi del proprietario. Focus sull’art.245.
    • j) Disposizioni transitorie
    • k) Differenze tra disciplina del D.lgs. 22 febbraio 1997 n.22 e quella del Codice dell’Ambiente
    • l) La responsabilità della curatela fallimentare
    • m) Giurisprudenza e casi pratici
    • n) Focus sulla quaestio iuris se le misure di MISE siano addebitabili anche al soggetto non responsabile dell’inquinamento. La cd. responsabilità da posizione del proprietario. L’ordinanza di rimessione all’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato n.2740/13. La giurisprudenza civile. Applicabilità dell’art.2051 c.c.
  • 2) Il principio di precauzione. Giurisprudenza e casi pratici
    • a) La giurisprudenza nazionale e comunitaria
    • b) Il caso dell’MTBE e la risoluzione del conflitto giurisprudenziale da parte del Consiglio di Stato
    • c) La Direttiva 04/35/CE cd. Danno Ambientale. La procedura di infrazione 07/4679 e il mancato/cattivo recepimento dell’art.3 della Direttiva. La giurisprudenza nazionale
  • 3) Il reato di omessa bonifica. I chiarimenti della Corte di Cassazione.
    • a) Descrizione delle condotte criminose
    • b) Differenza tra l’art.51 bis del Decreto Ronchi e l’art.257 del Codice dell’Ambiente. Configurabilità del reato e giurisprudenza della Corte di Cassazione.


A TUTTI I PARTECIPANTI VIENE RILASCIATO ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE
FIRMATO DAI RELATORI







E' proibito registrare o filmare la relazione e le diapositive durante il seminario





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